
MARIO BRUNELLO

È la viola che lega, è la viola che tiene il passo, è la viola che cambia l’armonia e il colore, è la viola che fa un
passo indietro o un passo avanti al momento opportuno, è la viola che segue e spesso insegue, è la viola che la
butta là per ultimo, ma pronta a risolvere per prima ,è la viola che alla fine si scorda …di essere viola, ma si
accorda ... per essere con tutti. È la viola che “conta";…e il mio amico Danilo sa cosa intendo, in tanti anni di bella
musica insieme


Ogni deviazione, ogni guasto, ogni accidente che ci porta a allungare la strada ci sta regalando l’imprevisto, il tempo che sembrava perso, è tempo invece regalato. E’ tempo fuoripista, l’escursione , quello che non avremmo mai scoperto se non avessimo abbandonato la strada principale.
Itaca dona in viaggio a Ulisse e il viaggio è pieno di deviazioni che lo rendono maraviglioso. Forse per questo il poeta Vinicius de Moraes diceva che “la vita è l’arte dell’incontro”.
La strada di Danilo Rossi e della sua straordinaria viola si è concessa queste soste alle isole di Calipso e dei Ciclopi , dai sentieri maestri dell’orchestra e della grande letteratura classica si è avventurata in fuori strada, obbedendo ai richiami e alle seduzioni degli incontri, come illustra questa sezione del suo sito.
In una di queste deviazioni, per l’opera del maestro, amico e complice Stefano Nanni, si è avventurata fino allo scoglio delle sirene. Ne ha potuto udire il richiamo e, legato all’albero della partitura, ha potuto ascoltarne la seduzione. Le sirene non fanno male a nessuno, non hanno artigli, né denti affilati. Soltanto che il loro canto seduce con le voci degli assenti, seduce raccontando a chi lo ascolta l’intera sua vita. Danno la morte perché in quel canto ogni desiderio è appagato, ogni separazione colmata e allora ci si lascia morire, perché non si ha più motivo di andare avanti . Ma Danilo non è perito , ha proseguito il viaggio e ha affidato il
ricordo di quanto ha udito alla piccola cassa di legno , al petto da uccello del suo strumento, che ha il nome di un fiore , la viola appunto che lo ha reso celebre nel mondo.
Ecco, la sua viola del pensiero a me ha fatto sentire il canto delle sirene e spero anche a voi.
Che il viaggio ti sia ancora ricco di deviazioni e imprevisti, caro Danilo, e che lo sia anche per voi che ne seguite l’opera e il cammino.


VINICIO CAPOSSELA

Danilo Rossi, Primissima Viola dell’Orchestra della Scala, è un gigante, che tiene tutto il suo gruppo sulle sue spalle e sa sempre almeno due battute prima che mi giri verso le viole che cosa voglio ritmicamente e musicalmente. Questa sua caratteristica è un sogno per un povero direttore come me!


ZUBIN MEHTA

La letteratura si finge pazza come Amleto per vendicarsi dell'orrore della realtà. At salut pataca!
STEFANO BENNI

